RECENSIONE: QUANDO TUTTO INIZIA
Titolo: Quando tutto inizia
Autore: Fabio Volo
Editore: Mondadori
Pagine: 170
Prezzo: 19,00 €
<<Essere amati a volte non basta, vogliamo sentirci desiderati.>>
Trama
Silvia e Gabriele si incontrano in primavera, quando i vestiti sono leggeri e la vita sboccia per strada, entusiasta per aver superato un altro inverno. La prima volta che lui la vede è una vertigine. Lei non è una bellezza assoluta, immediata, abbagliante, è il suo tipo di bellezza. Gli bastano poche parole per perdere la testa: scoprire che nel mondo esiste qualcuno con cui ti capisci al volo, senza sforzo, è un piccolo miracolo, ti senti meno solo. Fuori c’è il mondo, con i suoi rumori e le sue difficoltà, ma quando stanno insieme nel suo appartamento c’è solo l’incanto: fare l’amore, parlare, essere sinceri, restare in silenzio per mettere in ordine la felicità. Fino a quando la bolla si incrina, e iniziano ad affacciarsi le domande. Si può davvero prendere una pausa dalla propria vita? Forse le persone che incontriamo ci servono per capire chi dobbiamo diventare, e le cose importanti iniziano quando tutto sembra finito.
Questo libro racconta una storia d’amore, ma anche moto di più. I sentimenti sono rappresentati nelle loro sfumature e piccole articolazioni con la semplicità e l’esattezza che rendono Fabio Volo un autore unico e amatissimo dai lettori italiani e non solo. Sullo sfondo di una narrazione che trascina fino all’ultima pagina c’è la sempre più difficile scelta tra il noi e l’io, tra i sacrifici che facciamo per la nostra realizzazione personale e quelli che siamo disposti a fare per un’altra persona, per la coppia o la famiglia. La differenza di dimensione tra essere felici ed essere infelici insieme.
Recensione
Questo libro lo potrei recensire con un unica frase, semplicemente dicendo che ho impiegato meno di 24 ore per finirlo.
Ho conosciuto Gabriele, un uomo di 40 anni che lavora nel marketing e che nutre per il proprio capo un odio misto a gelosia, guardarlo gli fa capire quanto avrebbe potuto fare e come invece si sia solo accontentato. Gabriele è un uomo simpatico molto ironico, orfano adulto di entrambe i genitori, ha vissuto con loro un infanzia felice e spensierata, forse per questo ancora non riesce ad accettare di averli persi entrambe. È un uomo che non vuole impegni, non vuole relazioni e costrizioni. Non vuole essere incasellato in una categoria. Ha già provato una volta a costruire un rapporto serio e importante, ma qualcosa è andato storto e da quella storia ne è uscito con la convinzione che con il tempo le cose belle svaniscono, tutto si trasforma in una sorta di tirannia del quotidiano, legati come a un‘ abitudine.
<<La donna sposa l’uomo pensando di cambiarlo, ma lui non cambia mai. L’uomo sposa la donna pensando che non cambierà mai, e invece cambiano sempre. Tutte.>>
Silvia è uguale a lui, sarcastica, simpatica e sempre con la battuta pronta. Una cosa li distingue, lei è impegnata. Figlia di un padre mai presente e di una madre che l’ha sempre fatta sentire come un peso, come un qualcosa che l’ha portata a delle rinunce. Silvia cresce con questo continuo bisogno di affetto, alla ricerca dell’amore e dell’approvazione. Forse per questo alla fine decide di sposarsi. E quando incontra Gabriele il suo matrimonio è già nel vortice della monotonia, consumato dall’abitudine della quotidianità. Gabriele in qualche modo riesce a riaccendere una parte di lei che pensava di aver perso per sempre. Non ha mai giudicato chi per un motivo o un altro tradiva il marito, ma ha sempre pensato che lei non ne sarebbe stata capace. Quando decide di stare con Gabriele si rende conto di qualcosa che spesso sottovalutiamo, che la responsabilità delle proprie azioni nasce prima dell’azione. Quello che vive in quel momento con lui è stato prima nella sua testa. È dunque un tradimento desiderare e fantasticare su un altra persona?
Spesso ci ritroviamo a giudicare le persone dall’apparenza, senza riflettere sul perché una donna o un uomo possa arrivare a tradire. Giudichiamo duramente chi lo fa, senza fermarci a pensare che ci vuole coraggio anche nel tradire. Il coraggio di continuare a vivere con una persona che non si ama più, che non trasmette più emozioni. Scoprire che certe emozioni invece ancora le si può provare ma non con la persona che si è scelto di amare. Fare i conti con i sensi di colpa, con il proprio riflesso nello specchio.
Questo libro mi ha tenuto con il fiato sospeso fino alla fine. Ho avuto la percezione fin dall’inizio che avrebbe riservato qualcosa, alla fine avrebbe stravolto tutto. Mi sono calata nei panni di Silvia l’ho odiata e allo stesso tempo ho provato tenerezza per lei, per questa donna che non si vedeva più riflessa negli occhi del marito.
Ho pianto per Gabriele, che con la sua corazza fatta di teorie ha creduto di poter attraversare indenne l’uragano Silvia, che invece nella sua ricerca personale della felicità è riuscita a spazzare via ogni sua certezza.
La tematica del tradimento è spiegata in ogni sua sfaccettatura, e arriva dritta al cuore, passando per la testa.
Perché è proprio vero che, essere amati a volte non basta, vogliamo sentirci desiderati.