RECENSIONE: L'ACUSTICA PERFETTA


Titolo: L’acustica perfetta
Autore: Daria Bignardi
Editore: Mondadori
Pagine: 200
Prezzo: 18,00

Trama 
Arno e Sara si incontrano da ragazzini e istintivamente si amano. Un pomeriggio d’estate lei lo lascia, dicendogli che “le piacciono gli amori infelici”. Si ritrovano molti anni dopo, decidono di sposarsi: sono allegri, innamorati, sembrano felici. Arno è convinto di darle tutto se stesso e non si spiega le malinconie e le bugie che affiorano poco a poco. In fondo, la sua vita gli piace così com’è: suona il violoncello alla Scala, ha avuto tre figli dalla donna della sua vita, non si fa domande. Ma il disagio di Sara col tempo aumenta, finché una mattina Arno
non sarà costretto da un evento inconcepibile a chiedersi chi è davvero la persona con cui ha vissuto tredici anni, la donna che ama da sempre. Con titubanza, inizia a seguire una pista di ferite giovanili e passioni soffocate e, con crescente sgomento, ritrova il bandolo di storie insospettabili. Può una donna restare con un uomo che pensa di amarla ma non ha mai voluto conoscerla davvero? Può un uomo accettare che sua moglie non si fidi di lui? Si può vivere senza esprimere se stessi? E come incide il dolore nelle nostre vite? Abbiamo tutti le stesse carte in mano? Costruito secondo la vertiginosa spirale di una fuga, L’acustica perfetta ha la delicatezza di un romanzo di formazione – la formazione di un uomo adulto, di un amore – e la rapinosa potenza di un romanzo d’indagine. Daria Bignardi dà voce a uno straordinario protagonista maschile, attraverso le cui parole si compone, tassello dopo tassello, il ritratto di una donna inquieta e vibrante. Un percorso verso la verità che si cela al fondo di ogni relazione, verso il cuore buio che ciascuno di noi protegge anche dalle persone amate, un viaggio nel profondo, dentro i silenzi e i segreti delle nostre vite. Fino all’imprevedibile finale.
Recensione
Partiamo dal presupposto che la storia avrebbe anche meritato. Peccato però che durante lo sviluppo della stessa, l’autrice le abbia un po’ fatto perdere consistenza. Daria Bignardi in questo libro ci racconta la storia di Arno, marito di Sara e padre di tre bambini. Racconta di Sara, attraverso le parole di Arno e dei suoi amici e parenti, non dando mai veramente spazio a lei. Una mattina Arno si sveglia e non trova accanto a sé Sara, non la trova in cucina, in bagno, da nessuna parte. Sara è andata via lasciando 4 righe in cui spiega che ha bisogno di stare sola. In questo preciso momento inizia l’attesa. Non solo l’attesa di Arno che aspetta che Sara torni a casa, ma anche la nostra attesa. Attesa di qualcosa che stravolga completamente la storia. I colpi di scena arrivano, affrontiamo tematiche pesanti come quella della morte di un figlio. Cerchiamo di entrare nel mondo di un padre costretto a portare avanti da solo, il peso di avere tre figli tutti con passioni e impegni differenti che non conosciamo affatto perché se ne occupava qualcun’altro. Arrivi a chiederti come possa una madre abbandonare così i propri figli, anche se c’è il sospetto che lei senta i bambini anche dopo essere andata via. E ciò nonostante, non succede nulla.  Arno grazie ad amici del passato di Sara, scopre cose che lei non ha mai avuto il coraggio di raccontargli. Il segreto che Sara custodisce in realtà è un gran segreto. Uno di quelli che ti toglie veramente il sonno la notte per anni e anni a venire. Ma una volta svelato, finisce tutto. Ho sofferto molto la mancanza di Sara come voce a sé in questo libro. Daria Bignardi dà voce solo ed esclusivamente ad Arno che ci fa conoscere Sara attraverso i racconti suoi e di chi l’ha conosciuta. Avrei apprezzato sentire la sua voce, conoscere i suoi pensieri, capire cosa l’ha spinta ad andare via, qual è stato il momento in cui nella sua testa qualcosa ha fatto “click” e lei ha capito che doveva andare. Se ha pensato ai figli…
Sono tutti argomenti non toccati, se non in modo superficiale e dal punto di vista di quest’uomo. La conclusione del libro è altrettanto superficiale. Arno arriva alla sua conclusione senza avere mai un vero e proprio confronto con la moglie.
Senz’altro la Bignardi ha toccato corde di una tematica molto attuale nella vita di quasi tutte le coppie. L’incomunicabilità tra due persone che hanno deciso che sarà per sempre, ma che si condannano a vivere da soli anche se in coppia, semplicemente perché l’altro non la capirà mai.
Fatemi sapere se voi avete letto questo libro e ditemi cosa ne pensate  :)
Un abbraccio

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